Linguine on the rocks: ecco il nostro granchio fellone

Ci sono il fragore delle onde e il profumo del mare. C'è il ricordo avventuroso di chi quei crostacei pelosi andava a cercarli tra gli scogli come fossero pepite.

Le linguine con il granchio fellone non sono solo un grande classico della tradizione gastronomica nostrana, ma una raccolta di emozioni e sensazioni. C'è una storia popolare dietro quel piatto colorato, una prelibatezza democratica e trasversale che da Pozzuoli a Monte di Procida premiava chiunque fosse in grado di procurarseli, quei granchi, tra relitti e scogliere. Altro che "aragosta dei poveri", come la chiamavano un tempo, quel granchio polposo saltato in padella con aglio, olio ed una bella manciata di spaghetti o linguine è divenuto ben presto un simbolo, una bandiera. Anche perchè in tempi di globalizzazione il "rancio fellone" del nostro mare ha mantenuto un'identità precisa, e continua a rappresentare un'eccellenza assoluta per chi lo sa trovare e per chi lo porta in tavola. Come Gennaro Alosco, che all'Alosclub lo propone da oltre 20 anni tramandando quella che era la ricetta di famiglia. Una ricetta semplice per un piatto che punta tutto sulla qualità dei suoi componenti. A Lucrino, da Gennaro, in padella con olio extravergine, aglio e datterini finiscono i granchi felloni di Torregaveta pescati da "Pauluccio". E le linguine sono quelle del pastificio artigianale Leonessa, trafilate al bronzo ed essiccate a temperatura ambiente. Il resto è poesia pura.