La tradizione di Bobò, il coniglio paesano come lo faceva papà Gennaro

Bobò in cucina alle prese con il suo coniglio

 
Ci sono memorie, testimonianze, che vanno trasmesse da una generazione all'altra. Per qualcuno è tradizione, per altri semplicemente storia. E' così per Giuseppe Bruno, in arte Bobò, uno dei tanti protagonisti della ristorazione flegrea che hanno iniziato la propria carriera a La Ninfea, più che un ristorante una vera e propria istituzione. In quella cucina per anni ha lavorato  come chef papà Gennaro, da cui Giuseppe ha sicuramente ereditato la passione per la cucina e che rivive in lui ed in molte delle sue ricette.

Tra queste, quella del coniglio che sul lago Lucrino veniva preparato una volta all'anno in occasione di Sant'Angelo. "L'onomastico di Angelo Pietropaolo era l'occasione per riunire attorno al tavolo tutti i dipendenti come un'unica grande famiglia - ricorda oggi Bobò - e il coniglio di mio padre era l'attesissimo protagonista di quei banchetti".
Quella ricetta e quelle sensazioni rivivono periodicamente anche ai giorni nostri, quando Bobò decide di regalare ad amici e clienti un fuori-programma, il coniglio appunto. E' successo anche la scorsa settimana per alcuni "amici del pallone", con il succitato coniglio, di fossa ovviamente, che è stato cucinato alla maniera di papà Gennaro. E dunque messo a macerare per mezza giornata in acqua, sale ed aceto, quindi asciugato e poi soffritto in olio extravergine d'oliva con cipolla, una testa d'aglio, salvia, peperoncino e tantissimo basilico prima di essere rosolato per almeno 20 minuti nel vino bianco. Un trionfo di odori e sapori che ha poi avvolto e travolto anche dei paccheri di Gragnano per un primo piatto inebriante. Il tocco finale? Pomodorini del Vesuvio e scaglie di formaggio di fossa. Un successo. 


Bobò
Lungomare Colombo 20, Pozzuoli
Tel.: 081-5262034